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SEMINARIO ECCEZIONALE
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Speaker: Gianni Tamino (Universita` di Padova)

Title: Le emergenze ambientali del Pianeta: criticità, prospettive e proposte
Date: Wednesday, March 26th, 2014
Time: 11:30
Venue: Villa Bazzoni
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Abstract Siamo nel corso di una grave crisi economica che è strettamente collegata alla crisi ecologica. A partire dalla rivoluzione industriale, l’economia si è sviluppata grazie allo sfruttamento intensivo delle risorse naturali, portando ad un crescente squilibrio ecologico del pianeta. In natura il modo di produrre è circolare, cioè a partire dall’energia inviata dal sole, le piante realizzano un processo produttivo, chiamato fotosintesi, che permette di assemblare CO2 e acqua per formare zuccheri, scartando ossigeno. Ma l’ossigeno verrà utilizzato nel processo metabolico chiamato respirazione per ossidare quegli zuccheri ottenuti dalla fotosintesi e ottenere energia in modo efficiente, scartando CO2 e acqua. In altre parole grazie all’energia solare vi è un ciclo della materia, senza scarti. Al contrario nei processi produttivi umani si utilizzano risorse per ottenere, in un processo produttivo lineare, un prodotto commerciale, senza preoccuparsi di produrre anche rifiuti ed inquinamento. La crisi attuale deriva dall’aver imposto una civiltà lineare su un pianeta che funziona in modo circolare, garantendo il rinnovamento continuo di risorse e forme di vita. Proprio il concetto di rinnovabilità e di rigenerazione delle risorse è stato evidenziato con l'Earth Overshoot Day, cioè il giorno in cui il consumo di risorse naturali da parte dell'umanità inizia a superare la produzione che la Terra è in grado di mettere a disposizione per quell'anno (nel 2013, il 20 agosto). Il Global Footprint Network analizza la domanda dell'umanità di risorse ecologiche del pianeta (come ad esempio la produzione di cibo, la deforestazione, le materie prime, l'assorbimento di anidride carbonica, ecc.) - in altre parole l'Impronta ecologica dell'umanità - rispetto alla capacità naturale di ricostituire quelle risorse e assorbire i rifiuti. Dunque quest’anno, come negli anni precedenti, in circa otto mesi, abbiamo usato una quantità di prodotti naturali pari a quella che il pianeta rigenera in un anno: quindi il nostro deficit ecologico provoca da una parte l’esaurimento delle risorse biologiche (pesci, alberi ecc.), e, dall'altra, l’accumulo di rifiuti e inquinamento, come, tra l’altro, l'anidride carbonica in atmosfera e negli oceani, che aumenta l’effetto serra e provoca cambiamenti climatici. Le attività umane stanno, dunque, cambiando l'ambiente del nostro pianeta in modo profondo e in alcuni casi irreversibile. Questi cambiamenti sono dovuti non solo all'immissione di materiale inquinante nell'ambiente, ma anche ai cambiamenti nell'uso del territorio e alla conseguente perdita di habitat e riduzione della biodiversità. La perdita di biodiversità iniziata più di un secolo fa, infatti, ha accelerato la sua corsa fino a raggiungere un ritmo 1000 volte superiore a quello naturale, simile a quello delle grandi estinzioni di massa del passato. L’attuale crisi economica potrebbe però costituire una valida ragione per riflettere sui limiti delle risorse naturali e sui limiti del modello produttivo. Il futuro del Pianeta e il futuro delle prossime generazioni dipende dalla nostra capacità di arrestare questa corsa distruttiva verso una continua crescita di consumi, che può essere parzialmente e solo temporaneamente realizzata da una parte dell’umanità a scapito del resto della popolazione umana e della natura nel suo insieme. Per risolvere la crisi ambientale e per uscire dalla crisi economica occorre cambiare il modello energetico, avviare una nuova rivoluzione industriale basata su minori consumi, sulle energie rinnovabili, sul riciclo dei materiali. Occorre infine sostituire l’attuale agricoltura dipendente dal petrolio con una sostenibile, in grado di produrre cibo per tutta l’umanità, senza sprechi e nella logica della filiera corta.
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Contact: Massimo Ramella (OATS)